FOTO OTTICA VISION : STORIE DI TUTTI I GIORNI

Per chi ha problemi visivi la prima azione che compie è la ricerca di un medico specializzato in oculistica, poi un ottico che possa interpretare al meglio le richieste e necessità dell'individuo sia persona adulta che bambino.Sorridiamo Vedendo.

26 settembre, 2007

L'ISOLA DEI......

Cliccate sulla foto di Travaglio per sapere le novità degli imputati
che cercano disperatamente di modificare leggi per i loro usi e consumi
e rimanere saldi al governo pur essendo criminali incalliti.

L'ISOLA DEI MAFIOSI
Si attende la prossima nomination
di Marco Travaglio

Mentre la maggioranza è intenta a realizzare in tempo per le elezioni un altro punto qualificante del "papello" di Totò Riina, cioè la modifica della legge Rognoni-La Torre sul sequestro dei beni ai mafiosi, finisce in galera uno degli ultimi leader dell'Udc siciliana a piede libero: il deputato regionale David Costa, considerato il pupillo del boss Bonafede e che in una commossa telefonata al padre si definisce "pupillo di Casini". Il quale Casini, inteso come il presidente della Camera, la terza carica dello Stato, quello che telefonò a Dell'Utri poco prima della condanna per mafia, gli aveva garantito la ricandidatura. Ora le cose si complicano appena: candidare un detenuto potrebbe rivelarsi impresa ardua persino per l'Udc. Ma soprattutto per il detenuto, che sarebbe costretto a tenere i comizi nell'ora d'aria o a chiedere qualche permesso premio per arringare le folle. Nel qual caso, come insegna Cetto La Qualunque, l'eroe di Antonio Albanese, si può tranquillamente comiziare con le manette ai polsi. Anzi, in certe zone si risulta persino più persuasivi.

Chi vede la tv di regime non può capire cos'è l'Udc. Per capirlo bisogna andare in libreria e acquistare un dvd che andrebbe in tv in qualunque democrazia. Infatti in Italia è proibito. S'intitola "La mafia è bianca" e racconta le gesta di Cuffaro e dei suoi boys. Gli autori, Bianchi e Nerazzini, lavoravano a Sciuscià, opportunamente chiuso come "criminoso" proprio perché mostrava i fatti.

Chi vede "La mafia è bianca" capisce bene cos'è l'Udc, ma anche perché Sciuscià è stato chiuso. Basta immaginare che accadrebbe se entrasse nelle nostre case al posto delle solite porcherie sul delitto di Cogne e sulla Lecciso. Cuffaro, immortalato da telecamere e microspie mentre chiacchiera al telefono e in albergo con gli amici degli amici, dovrebbe dimettersi o verrebbe cacciato a pedate a furor di popolo. Invece viene cacciato Santoro con la sua squadra e rimpiazzato da insetti, garofane e vespini "de sinistra" che di mafia e politica non parlano, o fingono di parlare senza far nomi nè entrare nel merito.

A un certo punto Cuffaro ammette candidamente di aver chiesto voti ad Angelo Siino, mafioso noto a tutti fuorchè a lui: "Lo credevo un pilota di rally", dice il governatore Vasa Vasa. Lui è fatto così: i voti li va a chiedere ai piloti. Per le prossime elezioni ha già chiesto un appuntamento a Michael Schumacker.

La questione penale non c'entra: il reportage mostra i fatti. Se poi quei fatti siano anche reati, lo stabiliranno i giudici. Ma che questi fatti siano un'indecenza, lo stabilisce chiunque li conosca. Ecco perché quel reportage è proibito in tv e bisogna guardarselo clandestinamente a casa: chi lo vede capisce.

Il mensile Antimafia2000 pubblica un inserto su tutti i politici che la magistratura ha accertato aver intrattenuto rapporti con mafiosi (a prescindere dal fatto che quei rapporti siano reato o no). L'Udc, fedele al motto "Io c'entro", primeggia addirittura su Forza Italia. Il suo "padre nobile" è Calogero Mannino, imputato per mafia davanti alla Corte d'appello di Palermo. Poi c'è Cuffaro, rinviato a giudizio per favoreggiamento alla mafia, salvato da un regalo della Procura dall'accusa di concorso esterno, e dunque promosso presidente dell'ultimo congresso Udc.
Poi il sottosegretario al Welfare Saverio Romano,indagato e archiviato per i rapporti col boss Guttadauro. Poi la delegazione dei deputati regionali: oltre a Costa, c'è Antonio Borzacchelli, arrestato e rinviato a giudizio; c'è l'assessore cuffariano al Bilancio Salvatore Cintola, indagato per i suoi rapporti con Giovanni Brusca; e c'è Vincenzo Lo Giudice, il leggendario "Mangialasagne", arrestato ad Agrigento in base a ore e ore di intercettazioni a base di cosche, voti e appalti. Nei suoi allegri conversari con i mafiosi, chiamava i carabinieri "cani".

Invece un altro deputato regionale, Bartolo Pellegrino di "Nuova Sicilia" (indagato per false dichiarazioni al pm), li definiva "sbirri": "ma in senso positivo, a indicare la mia devozione per come onorano la divisa". Completano il quadro Mimmo Miceli, consigliere comunale a Palermo, arrestato e rinviato a giudizio con Cuffaro & C.; e Nino Nicotra, ex sindaco di Acireale, arrestato. Se valessero per i partiti le regole vigenti per gli enti pubblici, l'Udc siciliana sarebbe già sciolta per mafia. Invece, per i partiti, valgono le regole dei reality show. Nell'Isola dei Mafiosi si attende la prossima nomination. Solo che qui il nominato non va fuori. Finisce dentro.

Il dopo V-day: qualcosa si è mosso

Marco Travaglio

Non c’è dubbio, qualcosa si è mosso.
Ieri sera, al salone Comunale di Forlì, Marco Travaglio ha parlato di questa giornata storica, delle reazioni che ha generato, delle prospettive che ha aperto; erano tutti entusiasti. Un inciso: Travaglio, che sabato era in Piazza Maggiore a Bologna, ha spiegato come “nessuno abbia mai nemmeno nominato il nome di Marco Biagi durante le 12 ore nelle quali sono stato li“.
Casini & Co. sono talmente alla frutta che devono inventarsi queste fesserie per boicottare il messaggio positivo lanciato dal V-day.
Ma noi andiamo avanti con quello che stiamo portando avanti da due anni, fare un pò di informazione libera: cliccando sulle due immagini potete vedere altri video sulla giornata.
Diffondete gente, diffondete.

Primo Piano su RaiTre

Manifestazione del V-day a Bologna


20 settembre, 2007

PRECARIATO

Marco Travaglio ha inaugurato “Signornò”, una nuova rubrica dell’Espresso. Ha iniziato con il precariato e la manifestazione del 20 ottobre. Altro che "sinistra radicale": la lotta al precariato con la riforma della legge 30 era nel programma elettorale dell'Unione, anche se nell'Unione molti se lo sono scordato. Noi invece non ci scordiamo niente.

“Allora è ufficiale: la manifestazione del 20 ottobre sul welfare e contro il precariato promossa dalla “sinistra radicale” è un attentato al governo Prodi. “Un’insanabile contraddizione”, sentenzia D’Alema. “Iniziativa sbagliata”, dice Fassino. “Niente ministri in piazza”, intimano Veltroni e la Bindi, una volta tanto d’accordo. “Se i ministri scendono in piazza, è crisi di governo”, minaccia Mastella. Persino Mussi della Sinistra democratica frena: “Meglio un’assemblea a porte chiuse”. Purtroppo, a prescindere dalla giustezza o meno delle ragioni dei promotori, nessuno spiega perché mai scendere in piazza sarebbe un atto così orrendo. Tanto più che la revisione della legge 30 (abusivamente ribattezzata “Biagi”) è prevista dal programma elettorale “Per il bene dell’Italia”, in base a cui l’Unione è stata votata e il governo Prodi è nato.

Nella lenzuolata di 282 pagine, la piaga del precariato è citata ben 28 volte. “Ad aggravare la frammentazione del mondo del lavoro è intervenuta la legge ‘Maroni’ (legge n. 30/2003)… Siamo contrari ai contenuti della legge 30… Per noi la forma normale di occupazione è il lavoro a tempo indeterminato, perché riteniamo che tutte le persone devono potersi costruirsi una prospettiva di vita e di lavoro serena” (161-162). “L’estensione della precarietà ha contribuito al peggioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro” (163).

Chi minaccia, allora, il governo? Chi chiede il rispetto del programma o chi dimentica di averlo firmato? Il 2 agosto Prodi ha scritto ai leader della sinistra: “Vorrei davvero che in autunno ci fosse la manifestazione di cui si parla: nelle piazze e sui luoghi di lavoro. Portate le vostre istanze, l’orgoglio ‘popolare’, gli stimoli e naturalmente le critiche”.

I precedenti non mancano. Il 22 marzo ‘97 D’Alema, segretario Ds, sfilò con Bertinotti e i sindacati “per incalzare - ricorda l’ex sindacalista D’Antoni - il governo Prodi I sul tema occupazione”. E la scorsa primavera Mastella manifestò al Family Day contro il ddl sui Dico scritto da due ministre del suo governo. Ora, a chi glielo ricorda, risponde: “Sì, ma è molto diverso, perché il corteo non l’avevo promosso io”. Infatti l’avevano promosso gli amici di Pezzotta e la Cdl, cioè l’opposizione. E lui sfilò con Berlusconi, Fini e Casini: ma per dare una mano a Prodi, beninteso.”
Marco Travaglio


1° Ps: Scaricate e diffondete “Schiavi Moderni” (260.000 copie downloadate).

2° Ps: Mi segnalano un'iniziativa del 6 ottobre a Roma dal titolo "Dal V-Day alla Lista Civica Nazionale" di Roberto Alagna, Oliviero Beha, Pancho Pardi, Elio Veltri. Voglio informarvi che non io ho NULLA A CHE FARE con la Lista Civica Nazionale che viene proposta.

Postato da Beppe Grillo alle 11:53

11 settembre, 2007

SE SON ROSE FIORIRANNO

11 Settembre 2007

Aria fresca in Parlamento

Parlamento_Pulito.jpg

articolo del Sole24ore

Il Sole 24ore ha fatto una simulazione degli effetti del disegno di legge popolare: "Parlamento Pulito". E' una giornata di primavera, si aprono le finestre, tutto sembra più fresco, leggero. Se la legge verrà approvata torneranno anche le rondini e i campeggiatori abusivi Mastella&Casini leveranno le tende.


poltronissimi.jpg


Milena Gabanelli era in piazza Maggiore, tra la gente, mi ha scritto.

"Caro Beppe,

sabato sono arrivata tardi in piazza, ma abbastanza per godere di un avvenimento di cui avevo perso memoria. Così tanti giovani, e così partecipi di fatti che riguardano il disgraziato paese, non li vedevo da quando, proprio in questa città, ero studente, cioè dagli anni 70. Per me l'avvenimento era questo, la possibilità di coinvolgere generazioni che sembravano indifferenti a tutto, e che evidentemente non è vero. Li ho guardati farsi 40 minuti di coda per mettere la loro firma su un pezzo di carta che chiede a gente non più degna di rappresentarci di andarsene. Amo questa città, nonostante sia diventata vecchia e incapace, la amo perchè in un momento cruciale, ha aperto le porte e ha ospitato un evento scomodo e fastidioso. Per un giorno è tornata ad essere viva e ha saputo esporre il dissenso in modo pacifico e coinvolgente. Lo sanno tutti quelli che c'erano. Do atto a Cofferati (che non amo e ho sempre criticato) di aver capito che era giusto così. Avrei dovuto salire sul palco, ma non l'ho fatto perchè non è il mio posto,o forse anche per timidezza. La battaglia io la conduco in altro luogo, e con altre parole, ma è la stessa.
Vorrei che chi oggi polemizza cominciasse a riflettere sull'eventualità che un giorno a trascinare centinaia di migliaia di persone in piazza potrebbe esserci qualcuno di diverso da un comico. L'allarme è partito. Sarebbe meglio prenderlo sul serio e cominciare a porre rimedio sulle cause che esaltano gli animi e uniscono così tante persone...prima che sia troppo tardi".

Milena Gabanelli

Postato da Beppe Grillo alle 11:35 in |

07 settembre, 2007

IL MONDO PIANGE


A-mici,vi chiedo un attimo di attenzione per una cosa molto seria.




IO NON SONO IO 2 CHIEDE DI APRIRE IL CUORE

AIUTIAMO LETIZIA!


I bambini disabili, come suggerisce il titolo, nascono due volte:
la prima li vede impreparati al mondo, la seconda è una
rinascita affidata all'amore e alla intelligenza degli altri. Coloro
che nascono con un handicap devono conquistarsi giorno per giorno,
più degli altri il proprio diritto alla felicità.

Questa foto dovrà comparire in TUTTI i blog
per dare alle persone diversamente abili un
sostegno morale.
Copia la foto e mettila in un box
personalizzato.
MI RACCOMANDO RAGAZZI!!!!!!

Il mondo piange "Big Luciano" L'italiano più famoso al mondo

Folla alla camera ardente a Modena

È stata aperta la camera ardente allestita dentro il Duomo di Modena. Il feretro di Luciano Pavarotti, dentro una bara bianca, è stato vestito con uno smoking con papillon bianco, simile a quelli con cui tante volte Pavarotti ha conquistato i più importanti teatri del mondo. In mano, un fazzoletto bianco e un rosario.

Ad accompagnarlo alla chiesa la moglie Nicoletta Mantovani, le tre figlie avute dal primo matrimonio, la sorella e alcuni amici stretti. Più di mille persone sono già in fila per visitare la camera ardente che stasera sarà aperta fino a mezzanotte. Una città intera sta piangendo il suo simbolo. Modena è pronta per tributare l'ultimo saluto a Luciano Pavarotti, ma vuol fare di più: ricordarlo per sempre legando il suo nome a quello del Teatro comunale della città e onorare con una serie di iniziative un artista che ha portato il nome di Modena nel mondo, e il mondo della musica a Modena, con le rassegne "Pavarotti & Friends".

Attorno alle 21 di giovedì il feretro contenete la salma del tenore è arrivata in piazza Grande ed è stato sistemato nella cattedrale romanica, dichiarata patrimonio dell'umanità dall'Unesco: lì fino a sabato ci sarà la camera ardente e, sempre sabato, alle 15, sarà celebrato il funerale. Un lungo, commosso, deferente applauso ha accolto Big Luciano nella piazza della città. In serata sono già state più di mille le persone che gli hanno reso omaggio nella camera ardente.

Pavarotti ha sempre mantenuto un legame molto stretto con la sua città, dove faceva ritorno fra un tour mondiale e l'altro. Un legame talmente forte, da parlare in dialetto modenese al sindaco che, due giorni fa, era andato a trovarlo. «Anca me» (anch'io), gli ha risposto, quando il primo cittadino lo aveva salutato dicendogli di essere contento di vederlo a casa, dopo la degenza di agosto in ospedale.

La città non era impreparata alla notizia: da tempo si sapeva che Pavarotti era ammalato, e da un paio di giorni si erano diffuse le notizie di un suo peggioramento. Tuttavia la morte del tenore non ha potuto non commuovere Modena che in lui ha sempre riconosciuto uno dei suoi simboli.

E Modena, che ha proclamato il lutto cittadino, non vuol nemmeno farsi trovare impreparata nell'organizzazione di quell'abbraccio globale che il mondo riserverà sabato a Big Luciano e nel gestire quei funerali che, anche se il sindaco ha detto che si svolgeranno «in un clima di sobrietà, evitando gli eccessi, ma facendo in modo che ci sia tanto affetto», non potranno non diventare un evento mediatico, seguito in ogni parte del pianeta

«Grande, indimenticabile, eccezionale artista». Così, esprimendo il suo cordoglio ai familiari, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso la sua «profonda tristezza» per la scomparsa di Luciano Pavarotti. «Proprio ieri - ha aggiunto Napolitano - gli avevo scritto per complimentarmi per il conseguimento del premio "all'eccellenza della cultura italiana».

Tutto il mondo politico, istituzioni in testa, si stringe intorno alla famiglia di Pavarotti e lo ricorda come «un grande italiano» (con le parole del presidente del Senato Franco Marini), «grandissimo artista», «uomo che ha fatto amare l'Italia nel mondo».

Per il Maestro, il governo ha decretato «funerali solenni», sabato pomeriggio nel duomo di Modena, sua città natale. Ci saranno il presidente del Consiglio Romano Prodi e il suo vice e ministro della Cultura Francesco Rutelli, per il quale Pavarotti è stato «un gigante del ventesimo secolo». Il premier osserva invece come Pavarotti abbia «portato nel mondo l'immagine artistica più autentica del nostro Paese, suscitando emozioni e divulgando passione e cultura». Dal governo sono state messe a disposizione, «per qualsiasi esigenza», anche le strutture dell'Accademia militare della città emiliana.

Il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha preferito ricordare l'attenzione di Pavarotti «alle espressioni più diverse della musica, anche le più distanti dal suo terreno di formazione», oltre all'impegno «costante» nelle opere di beneficenza. Di «simbolo universalmente riconosciuto», «personaggio internazionale che non ha abbandonato le radici del proprio Paese» ha parlato invece Marini dal Canada.

Andrea Bocelli sarà presente ai funerali di Luciano Pavarotti, in programma sabato pomeriggio nel Duomo di Modena, e interpreterà durante le esequie un noto canto eucaristico, il 'Panis angelicus', che lo stesso artista ha già proposto anche nel suo repertorio.

La diretta della cerimonia funebre per il maestro Luciano Pavarotti sarà trasmessa su Raiuno, a cura del Tg1, dalle 14,50 alle 16,30 di sabato 8 settembre.Alla cerimonia funebre sono attesi molti personaggi dello spettacolo. Tra gli altri si fanno i nomi del leader degli U2, Bono, che con Pavarotti duettò "Miss Sarajevo" al 'Pavarotti and Friends' del '95, e Raina Kabaivanska.

Un tributo affettuoso e riconoscente, senza confini geografici né culturali, proprio com'è stata la carriera di Luciano Pavarotti: 46 anni di concerti applauditi da platee immense in tutto il mondo in nome di una musica che non teme di limiti, di genere e di classe.

Anche i grandi del mondo non lo dimenticano. Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush lo ricorda come un uomo «che ha usato il suo magnifico talento per accrescere il supporto alle vittime delle tragedie nel mondo», il presidente della Francia, Nicolas Sarkozy ricorda che «con la sua arte ha sedotto il mondo» e il premier britannico Gordon Brown chiosa la notizia della morte del tenore che «milioni continueranno ad ascoltare nelle sue incisioni per decenni».

Se oggi l'Unione europea piange Pavarotti come un simbolo della cultura del Vecchio Continente e, in un messaggio del presidente della Commissione José Manuel Barroso, parla di «un giorno di tristezza per la cultura operistica europea», l'Onu per voce del suo segretario generale, Ban Ki-moon, ricorda Pavarotti per il suo impegno come messaggero di pace delle Nazioni Unite: «uomo generoso e capace di raccogliere con i suoi concerti milioni di dollari a sostegno di cause umanitarie».

Ma la scomparsa di 'big Lucianò commuove anche l'altro emisfero e in Giappone, dove sono molti i melomani, i media oggi rilanciano foto e biografie del tenore mentre le principali tv satellitari dedicano alla notizia i titoli d'apertura dei telegiornali. Un servizio della tv al Jazeera osserva che «il grande Luciano dalla barba nera cantando di fronte ad enormi folle negli stadi di tutto il mondo, ha contribuito a far giungere l'arte dell'Opera alla gente comune».

Perfino in Cina e a Cuba il grande tenore è stato ricordato con concerti e raccoglimento.

Il 12 Ottobre 1935 Fernando Pavarotti si precipita senza neanche togliersi la divisa all'ospedale di Modena per la nascita del figlio Luciano. Sin dalla nascita il medico dell'ospedale, non potendo immaginare di avere per le mani un bambino che diventera' il tenore piu' famoso del mondo, un po' scherzando dice: "che vocina ardita, da grande farà il tenore".

Ed in effetti, all'eta' di soli 4 anni gia' attirava l'attenzione della famiglia cantando a squarciagola La donna e' mobile . Il padre, pur essendo fornaio, cantava nella Corale Rossini di Modena e lui gia' si definiva un tenorino ; trascorreva inoltre molto del suo tempo ad ascoltare i dischi del padre.

Una volta terminate le magistrali Luciano decide di intraprendere la carriera canora, seguendo il lavoro del padre ed avendo come maestri Arrigo Pola ed Ettore Campogalliani, che resteranno i suoi maestri di canto per tutta la vita. Ottiene il suo primo successo insieme al padre nel Galles, mentre il suo primo successo da solo si ha nel 1961 con il concorso internazionale Achille Peri . E' proprio in questo anno che inizia il successo in tutti i campi: oltre al successo in campo musicale come attore della Boheme al Teatro Municipale di Reggio Emilia, Pavarotti si sposa con Adua Veroni, con cui era fidanzato da 8 anni. Negli anni successivi continua a recitare la Boheme nei principali teratri delle altre citta' italiane cimentandosi anche con l'interpretazione del Rigoletto.

Nel 1963 sostituisce Giuseppe di Stefano nella Boheme, ma anche in una trasmissione televisiva (Sunday Night at the Palladium) che riscuoteva un ottimo successo a quei tempi. Da quel momento ha recitato ruoli impegnativi ed importanti in molti teatri italiani, tra cui la recita al teatro La Scala di Milano, dove interpreta nuovamente la Boheme , ma stavolta e' stato espressamente richiesto dal maestro Herbert von Karajan.

Da allora Pavarotti ha subito un successo senza precedenti, realizzando anche concerti nelle piazze (uno anche al Central Park di NewYork) anche in collaborazione con cantanti moderni, che attraggono le masse piu' facilmente.