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05 febbraio, 2006

John Lennon non lo dimenticheremo mai !!!!



8 dicembre 1980

Ore 22:50 dell'8 dicembre 1980.
La limousine bianca che riaccompagna a casa John Lennon e Yoko Ono raggiunge il Dakota Building, che sulla 72ma strada fronteggia Central Park e in cui vivono le star. Yoko precede John. Nel breve tragitto che lo separa dall'entrata, l'ex Beatles incrocia e oltrepassa un fan a cui qualche ora prima, uscendo dal Dakota, aveva autografato una copia di Double Fantasy, l'album che a fine novembre aveva interrotto i suoi cinque anni di silenzio discografico. "Mister Lennon!".
John si volta. Il fan ora impugna con entrambe le mani un revolver calibro 38. John tenta la fuga, viene raggiunto da quattro dei cinque proiettili esplosi dall'uomo. Non cade subito, barcolla fino all'ingresso del Dakota, poi crolla proferendo le sue ultime parole: "Mi hanno sparato". Lennon spira poco più tardi al Roosevelt General Hospital, dove arriva in condizioni disperate per la gravissima emorragia causata da quattro devastanti proiettili esplosivi. La notizia fa il giro della città e presto del mondo. Le radio diffondono le canzoni dei Beatles, le strade si riempiono di uomini, donne, ragazzi e bambini, chitarre e candele. Il giorno dopo, Pete Hammill scrive sul New York Magazine: "L'entrata dell'obitorio è sigillata da catena e lucchetto...In una cella frigorifera giacciono gli anni Sessanta...".

La conquista degli Usa
Nelle cronache dell'epoca l'impressione per la tragica fine di Lennon fu paragonata al lancinante dolore popolare per la perdita di John Kennedy. E pensare che i Beatles erano sbarcati negli Usa proprio pochi mesi dopo l'attentato al Presidente americano, avvenuto a Dallas nel novembre del 1963. L'8 febbraio del 1964 i Beatles portarono I Want To Hold Your Hand all'Ed Sullivan Show e l'America di colpo ritrovò il sorriso. L'emozione dell'8 dicembre 1980 si spiega solo in parte con quel ricordo, con l'amore per le canzoni e con la consapevolezza che i Beatles non si sarebbero potuti mai più ritrovare sullo stesso palco. C'è dell'altro. "John Lennon era un rivoluzionario" è la frase che ricorre più spesso nei discorsi di chi ancora oggi, a 25 anni dalla sua scomparsa, è chiamato a commentarne la figura.

Un genio poliedrico, ma anche una persona incredibilmente Sensibile. La sua sensibilità gli costò una “resa”, se così vogliamo dire, assai inferiore al possibile. Produsse al suo massimo quando si trovò di fronte a una personalità forte (Paul, Yoko) che lo faceva inorgoglire e dunque reagire. Geniale e vendicativo, si infilò con convinzione nella corrente della politicizzazione della musica che parte alla fine degli anni ’60, da semplice pacifista fece passi avanti, seppur confusi, verso il marxismo; scrisse alcune delle più belle canzoni politiche dell’epoca e di tutti i tempi.

Non ci dilungheremo sulla sua vita (quasi orfano, primo matrimonio naufragato tra le groupies e Yoko, rapporto assai tormentato con Yoko, ecc.) né troppo su quello che si dice sulle sue canzoni. Peraltro su questo lo stesso Lennon era estremamente onesto e leggeva le critiche si suoi testi per capire che cosa aveva scritto. Una volta, poi disse che Across the universe “si era scritta da sola” buttandolo giù dal letto come fosse il medium dei suoi componimenti. Una cosetta occorre dirla sul rapporto con la Ono. Yoko Ono era un’artista d’avanguardia e questo aiutò Lennon a liberarsi delle “canzonette”, ma soprattutto era una donna forte che aveva sposato l’uomo, non la star. Per una persona così fragile, debole, fu importante averla vicino. Allo stesso tempo la Ono impedì, coscientemente e non, che Lennon collaborasse con artisti del suo calibro e questo ha privato il mondo di capolavori inimmaginabili.

Inutile dire che l’avversione al capitalismo mostrata da Lennon era ben ripagata. Non solo dovette penare anni per avere la carta verde, ma provarono a espellerlo più volte dagli Stati Uniti. Oggi poi è venuto fuori che il FBI lo spiava come John sospettava all’epoca.

Lennon è ovviamente innanzitutto uno dei Beatles, la prima band della nuova epoca, la prima per la quale scoppiò una vera mania collettiva mondiale. Lo stress dei tour, dell’assalto dei fan ecc., spiega il successivo ritirarsi di Lennon a vita privata. Si consideri che nel ‘63-’64 i Beatles, pur sempre in tour, registrarono quattro album e otto singoli, facendo apparizioni settimanali in tv e un film. Semplicemente un ritmo impossibile.
Si può dire che il suo odio verso McCartney, del tutto esagerato, riflette il suo essere stato un beatle. In Paul Lennon vede quello che lui stesso era, un modo di concepire la musica che aveva rinnegato. Ma era troppo fragile e artista per pensarlo e basta. Anche se poi fecero pace. D’altra parte John disse che How do you sleep avrebbe potuto benissimo scriverla pensando a se stesso. Sorvoliamo sull’uso massiccio e persino diversificato John fece delle droghe, e che sono un altro aspetto della sua fragilità. Sembra che Mark Chapman, quello che lo uccise, lo fece perché Lennon si era “arreso allo show business”.

Musicalmente parlando i Beatles sono all’intersezione di pressoché tutta la musica successiva (se escludiamo quello che non potevano fare per mancanza di capacità tecniche). In alcune registrazioni di Cold Turkey uscite dopo la sua morte Lennon anticipa punk e grunge. Lennon mentiva nelle interviste ma non nelle canzoni. Per capire la sua vita sono meglio queste che quello che sparava ai giornali e in tv. C’è poi da dire che John e Yoko erano ossessionati dai media (John disegnava, averva fatto l’istituto grafico, scriveva brani surrealisti, pubblicò libri) e quindi la manipolazione è certa.
I testi

Sintetizziamo i temi principali della poetica di Lennon così:
- L’attacco alla religione e all’ordine costituito (compresi i Beatles)
- Il pacifismo e il socialismo
- la madre, Ono e le figure femminili protettive in genere
- la droga, l’abuso di droga
- qualcosa sullo show business
Qui ci occuperemo solo di alcuni di essi.
Religione as a total scam
There ain’t no Jesus gonna come from the sky…i’ve been through junkies I been through it all/I’ve seen religion from Jesus to Paul/ Don’t let them fool you with dope and cocaine (I found out)
Si noti il magistrale doppio senso “da Gesù a Paolo” che è San Paolo ma ovviamente anche McCartney
Keep you doped with religion and sex and tv/ And you think you’re so clever and classless and free/ But you’re still fucking peasants as far as I can see (Working class hero)
Con una citazione più che letterale di Marx, aggiornata meravigliosamente a oggi.
God is a concept by which we measure our pain…I dont’ believe in Bible, Hitler, Jesus, Kennedy, mantra, Elvis, Zimmerman, Beatles (God)
Un attacco a Dylan ma ancora poco rispetto a quello che preparò dopo contro l’ex Tambourine Man
Con Imagine nel ’71 Lennon svolta verso l’attivismo politico aperto e incita alla lotta “violenta” e non solo al pacifismo. Sembra che in ciò abbiano influito discussioni con Tariq Ali e altri pseudotrotskisti britannici. Frutto di questa svolta è Power to the people (basta il titolo), che è anche femminista al punto giusto. E poi c’è ovviamente Imagine: neinte paradiso né inferno, nessun paese, nessuno per cui uccidere. Tutti vivono in pace, nessun possesso, nessun accanimento per sopravvivere: a brotherhood of man Imagine all the people sharing all the world. Il vero socialismo. Più sul versante diritti umani, ma per una causa assai concreta, c’è Attica State:

free the prisoner, jail the judges…they all live in suffocation Let’s not watch them die in sorrow, Now’s the time for revolution Give them all a chance to grow
Con Serve yourself Lennon attacca Bob Dylan convertitosi da poco ad una setta cristiana. Se ne prende gioco spiegando: credi nella guerra santa che ci spazzerà via tutti? Puoi credere in chi vuoi (John usa un meraviglioso gioco di parole: You can believe in Marx or in Mark’s & Spencers), ma alla fine devi combattere per te stesso e si chiude con un bellissimo: manca qualcosa in quella ansia di onnipotenza, è la tua maledetta madre, tu piccolo sporco stronzo, adesso vaffanculo e lavati le orecchie.

E infine in The Rishi kesh song (peraltro un attacco a Harrison) dice proprio: and everything that’s not here is not there
D’altronde si doveva far perdonare il sardonico attacco al maoismo di Revolution dei Beatles.
Pacifismo
Ovviamente Give peace a chance, pur confusa. C’è poi I don’t wanna be a soldier, molto cruda, con la bellissima strofa: I don’t wanna be a lawyer mama, I don’t wanna lye
Show business musicale
La più incisiva è I don’t wanna face it in cui si dice: Well I can sing for my supper but I just can’t make it.
Pura poesia
Everybody’s talking and no one says a world, everybody’s making love and no one really cares…Everybody’s runnin’ and no one make a move
The best things in life are free